LIONS CLUB TRASIMENO
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26 Novembre 2011: InterClub sull'immigrazione Organizzato con i Club: Perugia Volumnia, Perugia Concordia, Corciano Ascanio della Corgna Moderatore Avv. Lanfranco Bricca Presidenti presentatori della Tavola Rotonda: dr. Corrado Costantini, dr. Pietro Giorgi, gen. Marcinno Salvatore
Ha preso la parola la dr.ssa Paola Falteri che ha ricordato il termine "migranti" usato per definire quanti, per motivi vari, abbandonano la terra di origine per cercare migliore fortuna in altri paesi. Ha fatto riferimento ad Asma, una marocchina che da 20 anni vive in Italia, dove è sposata ed ha un figlio; per gli italiani è marocchina, per i marocchini è italiana. Lei vorrebbe essere solo se stessa, al di fuori della gabbia frlla nazionalità. Per queste è importante
rescindere i pregiudizi della territorialità per stabilire rapporti di corretta bilateralità tra i popoli che ancora si guardano reciprocamente sospettosi. Qual'è l'entità del fenomeno dell'immigrazione? Sui circa 900000 abitanti dell'Umbria, vi è un 9,6% di emigrati in Umbria ed un 10,2% a Perugia; infatti la città di Perugia è molto nota nel mondo anche a causa dell'Università per Stranieri. I bambini stranieri nati in Umbria sono il 17% della popolazione e quelli nati a Perugia il 20%. E' un dato statistico oggettivo quello della maggiore prolificità degli stranieri (2%)rispetto agli italiani (1,2%). Provengono maggiormente da Romania, Albania, Ecuador e Marocco, ma, esaminando i dati forniti dalle istituzioni scolastiche, sono rappresentate più di 100 diverse nazionalità. Non è facile prevedere come si evolverà il fenomeno, visto che dipende da fatti imprevedibili come guerre e carestie. Per quanto riguarda la città di Perugia gli stranieri si sono distribuiti un po' su tutto il territorio, ma essenzialmente nella zone periferiche (Ponte S. Giovanni, Ponte Felcino, ecc.) ove trovano abitazioni a prezzi più contenuti e maggiori servizi di accoglienza (caritas, ecc.). Qualche volta la stampa enfatizza associando la loro presenza alla maggiore diffusione della criminalità sul territorio; in effetti in alcuni casi, spesso a causa dell'indigenza, alcuni si associano a gruppi criminali, ma una certa diffusione della criminalità è anche autoctona.
All'inizio emigravano essenzialmente gli uomini, ora ha preso maggior forza l'emigrazione femminile, anche a causa della grande richiesta di colf e badanti, anche se ora, a causa della crisi, la richiesta si è molto ridotta. Tra le Regioni italiane l'Umbria è una di qualle con una percentuale di emigrati maggiore (contendiamo il 1° posto all'Emilia Romagna. A causa della poca padronanza nell'uso della lingua i figli degli enigrati vanno spesso incontro a insuccessi scolastici con un'alta percentuale di bocciature in tutte le scuole.
Sono stati attivati corsi per preparare i docenti ad insegnare Italiano Lingua 2, con buoni risultati, ma con tempi abbastanza lunghi. Esistono Scuole ove c'è un'alta percentuale di stranieri (IPSIA 30%), in quanto le attività pratiche risultano loro più congeniali di quelle teoriche praticate soprattutto nei Licei in cui si richiede buona padronanza della lingua italiana. Ha poi parlato dei modelli di integrazione. Modello francese: se stai in una nazione, ti devi adeguare alla lingua ed alle regole di quella nazione; modello anglo-americano:riconosce i diritti delle minoranze; modello musulmano: si rivolge solo a musulmani e si insegna il Corano.
L'integrazione è comunque necessaria perchè, se non avviene ogni comunità tende rimanere nel suo gruppo, che risulta disinserito dal contesto nazionale. L'integrazione si può ottenere quando entrambe le parti accettano il patrimonio storico, culturale ed etico dell'altra parte ed imparano a rispettare regole comuni.
E' seguito l'intervento della dr.ssa Daniela Monni (Caritas Diocesana) che ha presentato due giovani africani, provenienti dai recenti sbarchi a Lampedusa. Ha spiegato che trattasi di giovani centro africani che lavoravano in Libia, da dove sono dovuti fuggire a causa della guerra. Ora la Caritas li ha affidati ad un docente di lingua italiana ed a un formatore. La Caritas,
ottemperanza al messaggio evangelico "ero straniero e mi avete ospitato", cerca di aiutare i migranti con tutti i mezzi di cui dispone quali
Centro di Ascolto Diocesano,
Orientamento al Lavoro,
Consulenza Legale,
Fondo di Solidarietà
La Caritas ha lungamente riflettuto sulle cause che spingono tante persone a viaggi tanto avventurosi, lasciando alle spalle esperienze ed affetti; ha valutato che troppo spesso c'è dietro la disperazione. Per questo ha istituito centri di soccorso che, anche grazie all'aiuto di volontari, si prodigano sul territorio per cercare di alleviare almeno in perte i problemi dei migranti. Ha concluso affermando che è più facile amare chi sta lontano che chi sta vicino.
Ha poi preso la parola il Sindaco di Perugia Vladimiro Boccali per ricordare che anche l'Italia è stata per molti anni terra di emigranti. Le sofferenze dei nostri connazionali devono servire da monito per accogliere le persone che ora si trovano nelle stesse condizioni. In tale ottica il Comune si è molto attivato con varie iniziative tendenti a favorire l'accoglienza e l'integrazione. Tra le varie iniziative
intraprese ha ricordato il Festival del Cinema Africano, esperienze di servizi per attività di mediazione culturale, costruzione di case per prima accoglienza, istituzione del Centro di Via Imbriani per attività di accoglienza, supporto dalla Caritas, Corsi di formazione del personale insegnante nelle Scuole. Le comunità emigranti tendono a far gruppo tra loro, ma deve essere attivata un'azione tendente ad evitare questo isolamento, a partire dalle comunità più simili alla nostra se non altro per tradizioni religiose. Alcuni stranieri sono stati inviatati come consiglieri comunali aggiunti a rappresentare alle autorità pubbliche le problematiche delle minoranze, ma si è dichiarato poco soddisfatto sono rimasti piuttosto isolati.
Le pubbliche istituzioni hanno preso atto che in alcuni casi ed in certe zone l'immigrazione ha favorito la formazione di bande di adolescenti; non è comunque solo immigrazione la sola causa del disagio. L'importante è evitare l'istituzione di quartieri ghetto con assoluta prevalenza di stranieri e favorire invece la loro distribuzione sul territorio. Del resto in alcuni lavori manuali ed in alcuni servizi non si riesce più a fare a meno della mano d'opera straniera. Tutti devono mettersi in gioco per affrontare il problema