13 Giugno In collaborazione con l’accademia Masoliniana di Panicale
visita delle miniere del Monte Amiata
Interessantissima uscita del Club in autobus alla visita della miniera di Abbadia San Salvatore.
La visita è stata guidata da un ex minatore, profondo ed orgoglioso conoscitore della storia miniera e delle problematiche nel tempo da essa generate.
Di fronte ad un plastico ha illustrato come l’attività mineraria di Abbadia sia iniziata nel 1847, quando un gruppo di esperti si è accorto del fatto che, elevando ad alte temperature la roccia locale ricca di cinabro, si poteva produrre mercurio per sublimazione.
Gli impieghi industriali del mercurio come amalgama per l'estrazione dell'oro e dell'argento, per fabbricazione del fulminato di mercurio, impiegato come innesco nei proiettili, come materiale impiegato per la costruzione di strumenti come termometri e barometri, determinò negli anni il progressivo espandersi dei processi di estrazione coinvolgendo l’intero paese ed anche paesi limitrofi sia come mano d’opera sia come costruzione di macchinari per l’indotto.
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La proprietà della miniera cambiò nel corso degli anni; sempre più profonda divenne la galleria principale di discesa che raggiunse la profondità di 400 metri; sempre più estesi i bracci laterali che venivano scavati con micce esplosive, all’inizio innescate a mano, poi con strumentazione elettrica.
I minatori raccoglievano il cinabro in carriole metalliche che poi venivano portate in superficie; il cinabro veniva poi bruciato nei forni.
La guida ha illustrato con orgoglio il terribile lavoro del minatore, con tutti i rischi che esso comportava: pericoli per esplosioni precoci o tardive, pericoli per frane, pericoli per la presenza di gas che richiedeva l’uso di maschere protettive. La guida ha avuto un momento di commozione di fronte alla foto di un gruppo di minatori, tra cui suo nonno, morti per una frana.
Ha poi illustrato gli strumenti del minatore, le sirene che avvertivano del pericolo, i processo di trasformazione dal cinabro al mercurio non meno pericolosi del lavoro in miniera perché i gas di combustione determinavano stesso malattie che portavano alla caduta dei denti o a tremori negli arti che impedivano anche movimenti elementari.
Sull’argomento delle malattie è intervenuto anche il dr. Giorgi che ha fornito ulteriori approfondimenti soprattutto sulla silicosi.
Il minatore ha anche parlato delle lotte sindacali dei lavoratori della miniera; attraverso le lotte nel corso degli anni si è arrivati ad un perfezionamento delle strumentazioni ed al riconoscimento delle malattie professionali.
Il minatore ha anche parlato delle uscite di sicurezza formate dal oltre 3000 scalini che collegavano i vari settori e dei corridoi di collegamento tra i vari piani.
Molto emozionante la visita del gruppo alla cosidetta GALLERIA VII, una ricostruzione abbastanza verosimile della miniera, pur a una profondità di soli 7 metri! Tutti i partecipanti, con elmetto protettivo munito di una luce, hanno potuto accedere alla galleria buia, solcata ancora dai binari adibiti al trasporto delle carriole del cinabro ai condotti di elevazione.
Di tanto in tanto qualche luce illuminava riproduzioni della vita in miniera e si sentivano i rumori tipici delle varie fasi del lavoro.
All’improvviso la guida ha ordinato a tutti di spegnere le luci e di stare in silenzio, riproducendo la situazione successiva alla frana.
Il buio silenzioso è stato terrificante.
Il minatore ha informato che la miniera fu chiusa nel 1982 a causa della diminuita domanda di mercurio sul mercato e della sostituzione con altre sostanze meno pericolose ed inquinanti.
La miniera è quindi stata trasformata in Museo.
Dopo un pranzo presso la riserva naturale del Pigelleto a base di specialità tipiche del bosco, il gruppo è sceso un autobus attraverso un sentiero battuto ed attraversando un fitto bosco fino in fondo alla valle alla “Miniera del Siele” .
La storia della miniera del Siele risale alla prima metà del 1800, quando per caso furono rinvenuti pezzi di cinabro puro in questo territorio. Successivamente iniziò lo sfruttamento industriale.
Attorno alla miniera del Siele nacque un vero e proprio centro abitato, con scuole, case, distributore di benzina, chiesa e tutto quello che poteva servire alla vita di una comunità. La miniera fu definitivamente chiusa solo nel 1976 e definitivamente abbandonata.
Oggi visitando il paese ormai ripreso dalla vegetazione, si possono ancora vedere i resti delle case e degli impianti ormai silenziosi.
Qui fu edificato nei tempi di produzione del mercurio un villaggio di minatori, oggi non più abitato.
La guida ha aperto il cancello di ingresso ed ha illustrato i vari edifici che erano un tempo alloggi dei minatori, magazzini di stoccaggio del cinabro, magazzini per contenere in mercurio imbottigliato in bottiglie metalliche.
E’ stato anche possibile vedere i due tipi di forni di combustione di cui il primo più antico, il secondo più recente. Non raro vedere per terra alcune gocce di “argento vivo”.