Lions Club Trasimeno

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Hotel “Volante Inn” – Tuoro sul Trasimeno
“Da Trsmeniaas a Trasimenus”
conferenza del prof. Paolo Giulierini
(Direttore del Museo Etrusco di Cortona)
sul passaggio dalla civiltà etrusca a quella romana
nella zona del Trasimeno
(cooprogettata con l’accademia Masoliniana di Panicale)

Si è svolta Sabato 20 Marzo presso la sala conferenze dell’ Hotel “Volante Inn” di Tuoro sul Trasimeno una erudita conferenza in cui il prof. Paolo Giulierini, direttore del Museo Etrusco di Cortona, ha illustrato le vicende storiche che hanno portato al passaggio dalla civiltà etrusca a quella romana, con particolare riferimento alla zona del Trasimeno (Cortona, Perugia, Chiusi e Orvieto) ed in generale nell’Italia Centrale.
Utilizzando una serie di diapositive è stato presentato il quadro storico.
Secondo una tradizione riferita dallo storico greco Erodoto, gli Etruschi proverrebbero dalla Lidia (attuale Turchia), salpati dal porto di Smirne a seguito di una carestia.Insert Logo Here
Sotto la guida di Tirreno, avrebbero dapprima “oltrepassato molti popoli” e sarebbero infine giunti presso gli Umbri. Condivide l’ipotesi Pallottino, reputando che la civiltà etrusca si è formata in un luogo che non può che essere quello dell'antica Etruria; alla sua formazione hanno indubbiamente contribuito elementi autoctoni e elementi orientali o greci, per via dei contatti di scambio commerciale intrattenuti dagli Etruschi con gli altri popoli del Mediterraneo.
L'alfabeto stesso adottato dagli Etruschi è chiaramente un alfabeto di matrice greca, e l'intera civiltà artistica etrusca ricalca facendoli propri i modelli artistici dell'arte greca).
Per quanto riguarda Cortona esiste un mito, che rientra nella fase della rielaborazione mitistorica della città di età augustea secondo il quale sarebbe stato fondatore l’eroe Corythus; Dardano poi, secondo il mito nato a Cortona, sarebbe stato il fondatore di Troia.
Perugia invece fu fondata dagli Umbri, che però dovettero cedere all'affermarsi del popolo etrusco.
Infatti il vero e proprio nucleo di Perugia si forma intorno alla seconda metà del VI secolo a.C., e dalla disposizione delle necropoli etrusche abbiamo una testimonianza indiretta dell'espansione del primo tessuto urbano.
Anche le origini di Orvieto hanno radici etrusche quando, nel IX-VIII secolo a.C., la rupe venne abitata per la prima volta da queste popolazioni.
Velzna, così si chiamava Orvieto anticamente, era un insediamento molto fiorente che basava la sua economia sulla produzione delle ceramiche (i buccheri) e sulla lavorazione dei bronzo.
Anche Chiusi fu una delle più antiche città etrusche, fondata da Cluso, figlio di Tirreno. Gli autori antichi la ricordano comunque come città antica e potente e ne lodano la fertilità del suolo. L'abitato etrusco si sviluppava sui tre colli sui quali sorse poi la città medievale e moderna.
Nel VII secolo a.C. venne introdotto il rito dell'inumazione e si diffusero le tombe a camera con pilastro.
Chiusi divenne una delle città della dodecapoli etrusca nel VI secolo a.C.
A questo periodo risalgono i primi contatti certi con la neonata Roma, quando un'alleanza di Chiusi con Arezzo, Volterra, Vetulonia e Roselle (l'attuale Grosseto) venne in aiuto ai Latini per sconfiggere Tarquinio Prisco.
Insert Logo Here Tra le tombe a camera del periodo spicca ancora oggi quella di Poggio Gaiella, forse usata per il potente re lucumone Porsenna, che mise Roma sotto assedio nel 506 a.C. Risale a questo periodo il massimo splendore della città, con la nascita di un ceto medio-alto, i cui membri venivano sepolti in tombe articolate, scavate nell'arenaria.
L’inarrestabile espandersi della civiltà romana, dopo aver portatati alla conquista delle città etrusche più vicine (Veio, Tarquinia, Roselle, Populonia), finì per arrivare fino ai decumani della zona del Trasimeno. La progressiva minaccia militare di Roma portò probabilmente Cortona alla costruzione, intorno alla metà del IV secolo a.C., della monumentale cerchia muraria.
Che gli scontri fossero in atto da qualche tempo lo testimonia Livio il quale ricorda come Cortona con Perugia e Arezzo, dopo una sconfitta subita dagli Etruschi presso Perugia, ottenne una tregua di 30 anni dai Romani nel 310 a.C., dopo che Fabio Rulliano si era mosso contro le tre città.
Successivamente a questa data Cortona entrò nell’orbita romana; infatti Livio non nomina Cortona fra le genti che vennero in soccorso di Roma contro Annibale, anzi alcuni ritennero che i cortonesi ebbero un peso aiutando Annibale ad organizzarsi nella battaglia del Trasimeno.
Comunque Cortona fu risparmiata nel suo interno dalle truppe di Annibale.
I vantaggi dell’entrata di Cortona etrusca nell’orbita romana e la scelta di rimanere fedele a Roma nel momento in cui la città latina sembrava vacillare di fronte ai Cartaginesi, si possono percepire da un rapido risveglio economico e urbanistico.
Fra le famiglie più eminenti a cavallo del complesso periodo di transizione dalla fase etrusca a quella romana ricorderemo quella dei Metelli, proprietaria di un praedium presso l’attuale Metelliano che nel 1881 restituì importanti avanzi relativi ad una villa etrusca e che è simbolicamente rappresentata dalla riproduzione in gigantografia della statua bronzea di Aule Meteli, figlio di Vel, meglio nota come Arringatore, del primo quarto del II secolo a.C., che fotografa felicemente il momento di trapasso fra il mondo romano e quello etrusco, mostrando la tipica postura e costume del togato nell’atto di preghiera-saluto, che ancora conserva nome etrusco.
La statua, patrocinata dai Metelli secondo le versioni più accreditate sembrerebbe provenire da un santuario dedicato al dio Tece Sans, presso Sanguineto, da dove proviene il putto Graziani con dedica alla stessa divinità.
La scelta di campo filoromana garantirà alla gens dei Metelli molta fortuna politica con successive cariche senatorie a Roma, come attestano una serie di epigrafi. Insert Logo Here
Ricoprì infatti tramite i suoi esponenti le prime cariche municipali di Cortona dimostrando da subito di allinearsi con il nuovo potere. Ne è la prova un epitaffio proveniente dalla rocca di di Pierle, presentato in calco, attribuibile alla prima metà del I secolo a.C. che ricorda due componenti, padre e figlio, discendenti della nobile famiglia etrusca dei Metelli, che rivestono le massime cariche municipali di Cortona nella prima età imperiale: il figlio, Caius Metellius Gallus, che svolge l’ufficio del quattuorvirato edile, mentre il padre, Caius Metellius, riveste, oltre alle cariche locali di (quattuor)vir ed(ilis) (carica riguardante il controllo dell’ordine pubblico), di q(uaestor) (magistrato con funzioni finanziarie) e di (quattuor)vir i(ure) d(icundo) (carica con poteri giudiziari), la magistratura di praetor XV populorum Etruriae.
Diversa fu probabilmente la sorte dei Cusu, potente famiglia etrusca cortonese proprietaria, attraverso due rami distinti della gens, come si desume da due iscrizioni rinvenute ciascuna in situ, della Tanella Angori e della Tanella di Pitagora, due tombe monumentali di età ellenistica costituite esternamente da un tumulo con segnacolo su tamburo, con evidente influsso dei monumenti macedoni e volontà di richiamo agli imponenti tumuli arcaici del Sodo, e camere interne dotate di nicchie laterali per deposizioni individuali di urnette cinerarie.
Come accennato sopra, la pertinenza delle tombe alla gens dei Cusu è testimoniato da due importanti testimonianze epigrafiche:
il coperchio d’urna proveniente dalla tanella di Pitagora con dicitura v(e)l : cusu : cr (crespe o cresce) : l(arisal) apa petrual: clan),
una lastra in arenaria di recente acquisizione, proveniente dall’area della stessa tomba e recante la seguente epigrafe: lart : kusu: markeal. Della tanella Angori si espone anche il cippo-segnacolo relativo alla copertura.
L’assenza dei Cusu nelle cariche pubbliche cortonesi di età romana fa sospettare un orientamento antiromano della famiglia e di conseguenza una sorta di progressiva censura, forse anche drammatica, nei confronti dei suoi membri da parte di Roma. La trattazione è stata integrata dalla mostra di interessantissimo materiale archeolagico raccolto nelle zone cui si è riferita la trattazione.
E’ seguita la conviviale.