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7 Maggio – Castiglione del Lago
In collaborazione con l’Accademia Masoliniana di Panicale
3° incontro dedicato ai pionieri dell’aviazione
Giancarlo Faltoni presenta Mario Fumagalli
Giancarlo Faltoni ha presentato la storia di Mario Fumagalli, detto Fùmin, classe 1913: più di 3000 ore di volo, 2 medaglie di bronzo e Medaglia d'Oro di Lunga Navigazione, Mario, ha avuto una sola grande passione sin dall'infanzia: il volo.
Non era il primo in famiglia, in quanto sua sorella Tatiana è stata la prima donna in Italia a conseguire il brevetto di volo nell'anno 1928.
Dopo il brevetto civile di I° grado ottenuto a Milano nel '31 volando su un FIAT A.S.1 e quello di II° grado n° 730 conseguito a Taliedo (Mi) il 25/10/33 ottenuto volando con CA100 e Ro 5, Mario decide di entrare nella Regia Aeronautica come allievo sottufficiale e viene inviato alla Scuola Centrale di Pilotaggio a Grottaglie dove ottiene il brevetto militare nell'Ottobre del 1934.
All'epoca vola con Breda 25, Fiat CR20 e CR Asso. Successivamente viene trasferito ad Aviano dove consegue l'ambita specializzazione nella caccia.
La prima assegnazione è a Mirafiori, II° Stormo Caccia. Nel Febbraio del '35 il sergente Fumagalli si ritrova alla 1^ Squadriglia Aviazione della Somalia. Per le missioni di ricognizione armata e spezzonamento viene utilizzato il Ro 1, che con il suo raffreddamento ad aria dà maggiore garanzia di affidabilità. Affidabilità che però non aiuta il nostro pilota quando durante una missione viene colpito ed è costretto ad un atterraggio di fortuna in zona controllata dal nemico.
Nascondendosi alle ricerche di pattuglie nemiche e bevendo acqua stagnante riesce ad attendere l'arrivo dei soccorsi meritandosi così la prima pagina della Domenica del Corriere del 5 novembre 1935. Tale fortunata sorte non arriderà al suo compagno di squadriglia S.Ten. pil. Minniti, che verrà decapitato assieme al suo navigatore Serg.fot Zannoni dopo un atterraggio di emergenza.
Per le sue azioni il Fumagalli otterrà anche la sua prima onorificenza, la prima medaglia di bronzo al valor militare. Successivamente viene trasferito alla 108^ Squadriglia su Ro 37 comandata dal Cap. Montanari, dove effettuerà molti voli di ricognizione strategica e mitragliamento, tutti documentati nel suo ben dettagliato libretto di volo.
Rimarrà in questa squadriglia sino alla fine delle ostilità.
Ma in quegli anni frenetici le cose sembravano andare sempre più velocemente verso il baratro.
Infatti nel giugno del 1936, causa una rivolta di un gruppo di legionari di stanza a Melilla, si instaura una guerra civile in Spagna che durerà quasi tre anni e che vedrà alla fine la vittoria delle forze rivoluzionarie comandate dal generale Francisco Franco, appoggiate proprio da Germania e Italia.
Nell'agosto del 1938 Mario Fumagalli, in servizio presso il 52° stormo a Ghedi, viene comandato di trasferirsi in Spagna. Imbarcato a Genova arriva dopo alcuni giorni a Siviglia. Qui entra nel Gruppo Gamba di Ferro "capitano Botto" comandato dal Cap. Baylon, dove vola con il caccia di punta della nostra aviazione in quel periodo, il Fiat CR32. E' certamente un caccia destinato ad essere surclassato nel giro di pochissimi anni ma che dà all'aeronautica nazionalista una buona superiorità.
Qui il M.llo Fumagalli, con il grado di "alferez", cioè l'equivalente di sottotenente, compie alcune azioni su allarme e alcune intercettazioni senza contatto balistico, che comunque lo mettono in luce come ottimo pilota e lo segnaleranno come elemento indicato per formare nuovi piloti.
Verso la fine della guerra civile spagnola viene successivamente trasferito alle Baleari presso la II^ Squadriglia del 10° gruppo Caccia Terrestre comandata dal Cap. Zucconi e successivamente dal Cap. Montanari.
Ma le cose ormai volgevano al termine e a favore delle nostre forze e il M.llo Fumagalli rientra con un Savoia Marchetti 79 in aprile a Ciampino con il confermato grado di maresciallo. Prima viene aggregato al 52° Stormo, 358a Squadriglia C.T. e successivamente trasferito al neo-formato 51° Stormo.
Verrà quindi assegnato all'aeroporto di Castiglion del Lago dove inizierà la sua lunga carriera di istruttore.
E’ qui che Mario instaura profondi rapporti di amicizia soprattutto con tanti allievi piloti; negli anni passati a Castiglion del Lago il nostro istruttore ha la possibilità di volare con tutto il parco aerei da caccia a disposizione della Regia e dei quali Mario ricorda tutte le caratteristiche: il CR 32 e 42 erano buoni aerei, stabili e che difficilmente entravano in autorotazione; il G 50 che cadeva d'ala a sinistra in atterraggio se non si appoggiava bene l'aereo sul carrello.
Il Macchi 200 era il caccia in dotazione anche ai reparti operativi e Mario lo ricordava come un buon aereo ma più difficile ed impegnativo.
Alla scuola gli allievi amavano Mario e lui li ricambiava con la sua passione e la sua perizia e, anche, il suo amore per il volo, che lo portava talvolta ad esagerare. Durante un'esercitazione fece eseguire a 2 allievi una manovra non era certamente alla portata di tutti; la conseguenza fu che gli allievi uscirono dalla formazione.
Per fortuna la notevole esperienza dell'istruttore che aveva portato la formazione ad una quota elevata per consentire agli allievi di correggere eventuali errori permise ai piloti di uscire dalla pericolosa situazione e rientrare a terra. Tuttavia da terra molti avevano assistito al "fattaccio" e al rientro l'istruttore fu punito con una tirata d'orecchi da parte del comandante, Ten. Col. Aiello, probabilmente più ammaliato dall'audacia delle manovre che arrabbiato per le gesta dei suoi sottoposti.
Erano periodi di notevoli disagi e, anche per motivi familiari, Mario decise di chiedere trasferimento ad altra sede.
Viste le notevoli capacità del pilota, il comandante delle scuole della Regia Lot Bernardi decide si di concedere il trasferimento, ma ad un'altra scuola di volo.
Così il M.llo Fumagalli nel Maggio del 1943 si trasferisce con la famiglia alla scuola di volo militare di Rimini. Proprio a Rimini lo coglie il giorno dell'armistizio. Così può riunirsi con la famiglia a Casorate dove, fino al Novembre del 1944, Mario tenta di svolgere attività di commerciante.
Ma siamo negli ultimi mesi della Repubblica di Salò e tutti gli uomini abili o entrano volenti o nolenti a far parte delle forze armate repubblicane o si nascondono o si uniscono alle bande partigiane diffusamente presenti al nord.
La GNR denuncia Mario alle autorità tedesche che lo convocano al Comando 1^ Regione Aerea.
Qui il nostro pilota incontra il Ten.Col. Alessandrini che lo mette davanti ad una drammatica scelta: o ritorni a volare con la nostra aviazione o verrai consegnato ai tedeschi e deportato nei campi di lavoro. Così Mario viene trasferito al II° Gruppo Caccia.
Grazie all'aiuto del M.llo Lozei, segretario del comandante della ANR, Mario Fumagalli riesce a posticipare il suo rientro a Febbraio. Infatti i primi di Febbraio del 1945 Mario si presenta al II° Gruppo Caccia ad Aviano, con Comando situato a Pordenone. Qui ritrova molti amici: il Cap. Luccardi (che lo vuole immediatamente con se nella VIa Squadriglia), il Serg. Passuello, i M.lli Cavagnino, Stella, Galletti, De Santo, il Ten. Pil. Volpi, il Serg. Magg. Cavagliano.
Nei primi due giorni vengono consegnate le divise, visionato l'aereoporto e assieme ad un motorista ed al Ten. Volpi riceve le istruzioni per pilotare il suo nuovo aereo: Messerschmitt Bf 109 K4 (o, come letto in altre fonti, più probabilmente G6 o G10).
Non esiste modello con doppio comando e quindi il nostro pilota deve fare tutto da solo. Nessun problema: la mattina stessa del primo contatto con il nuovo aereo, Mario riesce a decollare e a fare alcune acrobazie tra l'ammirazione dei suoi commilitoni.
Sempre in quei giorni avviene il passaggio su un altro mostro sacro dell' aviazione da caccia di quel periodo: il Focke-Wulf 190.
Mario non ricorda che modello fosse quello presente ad Aviano: c'erano 3 Fw190 che probabilmente non vennero usati in combattimento e comunque il nostro pilota preferiva volare con il Bf 109. I giorni successivi furono relativamente tranquilli: decolli su allarme senza mai arrivare a contatto balistico con il nemico. Ma le cose purtroppo dovevano cambiare: tutto ciò avvenne il 2 Aprile 1945.
Quel giorno le stazioni radar tedesche avevano segnalato una grossa formazione di bombardieri sopra il lago di Garda che dirigeva verso nord. Tutto il II° Gruppo decolla dalle proprie basi di Aviano, Pordenone, Osoppo.
Decolla anche la VI^ Squadriglia in formazione Vickers: era capoformazione il Cap. Luccardi, primo gregario destro il Ten. Volpi, secondo gregario destro il Mllo Fumagalli, gregario sinistro il Serg. Patton.
In tutto 24 aerei decollano per l'intercettazione, ma subito 3 piloti devono rientrare per noie tecniche. La formazione si livella a 7500 metri e dirige verso Nord-Ovest per l'intercettazione.
Quello che i nostri cacciatori non sanno purtroppo è che la scorta indiretta alla formazione di bombardieri sta vigilando a quota superiore e appena avvistata la formazione di intercettatori del II° Gruppo si precipita all'attacco. Il caos scoppia tra le nostre fila: subito il Ten. Volpi viene colpito ed il suo aereo esplode.
Il pilota si ritrova proiettato fuori dall'aereo e si salva con il paracadute. Alcuni piloti con danni al proprio aereo cercano scampo nel sottostante aeroporto di Villafranca ma vengono intercettati da un gruppo di P47 Thunderbolt che stazionano a 4500 metri.
Nelle fasi concitate del combattimento ad un certo punto Mario vede davanti a se la stella bianca su sfondo blù dipinta sull'ala di un P47.
E' un attimo: le armi del Bf 109, le mitragliatrici ed il cannoncino da 20 mm, sparano e colpiscono l'aereo nemico che inizia a fumare vistosamente. Non c'è tempo per vedere cosa ne è dell' aereo colpito: dei traccianti passano vicinissimi e consigliano di fare immediatamente quota. Il combattimento riprende quindi a quota superiore e nel turbine di incroci e colpi probabilmente Mario colpisce un altro P47, come riferito da testimoni oculari, ma viene a sua volta colpito.
Con un principio d'incendio Mario si infila in un cumulo di nubi per sfuggire ai caccia nemici e qui con l'estintore di bordo ha ragione dell'incendio.
Il volo termina con un atterraggio all'aeroporto di Treviso, dove ritrova il S.Ten.Abba, anche lui del II° Gruppo. Qui Mario apprende le dimensioni della battaglia: 16 piloti abbattuti, 8 salvi con il paracadute e 8 purtroppo dispersi, verosimilmente deceduti.
Una storia nella storia: Il Serg. Patton atterra a Villafranca e siccome è di Verona chiede ed ottiene il permesso di fare visita ai genitori. Il suo aereo viene quindi assegnato al Ten. Volpi , nel frattempo recuperato dopo essersi salvato con il paracadute, per il rientro all'aeroporto di Aviano. Nel volo di rientro Volpi verrà attaccato nuovamente e nuovamente abbattuto. Si salverà ancora con il paracadute: veramente per il Ten. Volpi il 2 Aprile sarà il giorno fortunato!
Ma la giornata non è purtroppo terminata ed ancora una volta c'è un tributo di sangue da pagare.
L'aereo del M.llo Fumagalli è in grado di ripartire e rientrare ad Aviano e anche il S.Ten. Abba è pronto al decollo. I due rullano, si mettono in formazione con Mario capo pattuglia, tutta manetta e decollo.
I due aerei iniziano a fare quota, retraggono il carrello ma improvvisamente vengono fatti segno di numerosi colpi da terra.
E' la flak a difesa dell' aeroporto che, non avvisata del decollo dei due aerei, entra in azione scambiandoli per intrusi. L'aereo di Abba ha un sussulto e poi inizia a perdere quota fino a schiantarsi al suolo.
Finalmente Mario riesce ad atterrare ad Aviano dove ritrova soltanto il Magg. Miani, il Cap. Luccardi ed un altro pilota. Il Gruppo è decimato e senza aerei e tutto viene smembrato: alcuni vengono trasferiti a Orio, altri nel veronese.
Il M.llo Fumagalli chiede ed ottiene una licenza al Cap. Luccardi con un accordo segreto: oramai siamo alla fine e se al termine dei 10 giorni di licenza non è ancora finita rientra , altrimenti…….buona fortuna!
Mentre Mario è in licenza viene a trovarlo il Mllo Del Santo che gli porta lo stipendio ed il premio dei due abbattimenti. Molti anni dopo la battaglia è stato organizzato un incontro a Pisa tra reduci di ambo le parti dello scontro del 2 Aprile e anche in questa sede Mario ebbe la conferma che effettivamente anche tra le fila americane ci furono delle perdite.
Ormai il caos regna sovrano e Mario non rientra in servizio perché non c'è più un posto dove rientrare.
Nel Giugno del 46 la 1^ Regione Aerea lo convoca per comunicargli l'obbligo di presentarsi a Roma per la valutazione del suo comportamento e della sua posizione durante la guerra. Si tratta di un vero e proprio processo che alla fine vede il nostro pilota giudicato discriminato di 1^ categoria. Ciò sta a significare che Mario non è stato reputato colpevole di niente, tanto meno di reati politici o contro la resistenza, ma ritenuto soltanto un combattente che aveva espletato i suoi compiti al servizio della fazione perdente.
Grazie a questo giudizio Mario veniva quindi considerato idoneo al rientro in servizio.
Quindi nel '50 un telegramma a firma Col. Bruno Ricco, direttore del personale militare dell’Aeronautica Militare Italiana, lo comanda di prendere servizio alla Scuola di Volo di Lecce, concedendogli un mese di tempo per sistemare tutte le sue cose.
Qui viene provvisoriamente reinserito nella 4^ Squadriglia comandata dal Cap. Guerci, suo ex allievo a Castiglion del Lago. Gli viene consegnato un T 6 Texan con il quale compie subito un volo acrobatico che lo fa riqualificare come istruttore su T 6 Texan a doppio comando. Negli anni successivi , assieme all'incarico di istruttore, svolgerà anche molte missioni di pattugliamento prestando servizio nella VIa Squadriglia del Cap. Tieri. Un ultimo capitolo delle sue lunghe memorie interessa i primi voli della nostra aeronautica con il De Havilland DH 100 Vampire: Mario fu uno dei piloti a saggiarne le caratteristiche.
Dal 1954 al 1959 continuerà a svolgere attività di addestramento al volo presso la zona aerea territoriale di Milano.