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16 Aprile - Città della Pieve
InterClub Città della Pieve - Trasimeno - Chiusi

Il dr. Claudio Stampi relazione sul tema:
Sonno monofase o polifase?

I Presidenti dei tre Lions Club Città della Pieve, Trasimeno e Chiusi ed il Sindaco di Città della Pieve hanno presentato al folto pubblico il dr. Cludio Stampi, uno dei massimi esperti mondiali di fisiologia del sonno.
Insert Logo Here Questo medico, nato in Brasile da padre Panicalese, ha studiato in Italia laureandosi in medicina nel 1977; per la sua grande passione per le navigazioni oceaniche con la vela, si è dapprima specializzato in ingegneria biomedica e poi in neurologia.
Ha insegnato in Canada ad Ottawa; poi si è trasferito negli USA dove ha fondato il Chronobiology Research Institute.
Qui dispensa consulenza a professionisti di ogni genere, perfino astronauti, ma soprattutto velisti: per tutti è "doctor Sleep".
«Sono un velista», spiega Stampi, «so cosa vuol dire fare una traversata oceanica in solitario e quanto sia importante mantenere il giusto equilibrio tra la veglia e il sonno: se si dorme troppo si perde, ma se non si dorme si rischia la vita.
Questo vale per molte altre attività del mondo animale: penso ai delfini o agli uccelli migratori che mandano a riposo un emisfero cerebrale per volta.
Probabilmente anche l'uomo si è evoluto in modo da dare il massimo alterando la veglia a brevi periodi di sonno: otto ore ininterrotte di riposo sono un lusso di recente acquisizione».
Stampi ha studiato chi ha dovuto abbandonare, per necessità, questa abitudine dell'uomo moderno.
E ne ha ricavato importanti conoscenze: «Lavorando con i velisti impegnati a competere in solitario su lunghe distanze, abbiamo scoperto che i risultati migliori, in termini di concentrazione e qualità della vita, si ottengono dormendo poco più di 4 ore al giorno intervallando 4 ore di veglia con sonnellini di mezz'ora o un'ora» Saper dormire, o rimanere svegli, a comando è un'abilità che potrebbe essere molto apprezzata in svariati ambiti.
Insert Logo HereNegli ultimi anni gli studi sul sonno si sono guadagnati l'attenzione, e cospicui fondi di ricerca, da parte dei ministeri per la difesa: soprattutto negli Stati Uniti sono in corso studi per creare eserciti sempre all'erta in grado di dormire a comando.
D’altro canto numerose catastrofi sono state causate da personale che non ha saputo resistere al sonno incipiente: tra gli altri ha ricordato la catastrofe di Chernobil ed in disastro stradale che ha colpito studenti Erasmus tra Valencia e Barcellona.
Una delle vie per giungere al pieno controllo del dormiveglia è quella farmacologica, lastricata per ora di dubbi circa effetti collaterali e scarsa qualità del sonno.
L'altra è quella naturale, che passa dallo studio scientifico della struttura e dei limiti dell'orologio biologico. Claudio Stampi è tra i massimi esperti di questo ambito di ricerca.
In particolare, per quanto riguarda le regate transoceaniche, il dr. Stampi ha assistito Ellen MacArthur, prima donna a vincere la regata intorno al mondo nel 2000 e detentrice del record di circumnavigazione: « Essere in grado di dormire un'ora in meno degli avversari può fare la differenza, a patto che non compromettere le capacità cognitive.
E’ possibile raggiungere questo obiettivo adottando un sonno polifasico, che consiste nell’addormentarsi e svegliarsi più volte durante il giorno a piccoli intervalli».
Sono stati osservati tre gruppi di persone che per un mese hanno dormito solo tre ore al giorno.
Un gruppo dormiva tre ore di fila, un secondo gruppo riposava due volte al giorno, il terzo gruppo dormiva mezz'ora ogni quattro ore.
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Alla fine della sperimentazione quest'ultimo gruppo poteva vantare migliori prestazioni cognitive. Sembra quindi che se per necessità bisogna rimanere svegli anche quando si è in debito di sonno la tecnica migliore è quella dei brevi sonnellini.
Con alcuni limiti però. «In caso di difficoltà possiamo spingere il nostro corpo a riposare meno (e il modo migliore di farlo e concedersi un sonno polifasico) ma a lungo andare bisogna in qualche modo pagare il debito di sonno. Inoltre bisogna rispettare il ritmo biologico.
Ogni persona ha il suo, e ci vuole tempo per trovarlo. In generale tra le tre di notte e le quattro di pomeriggio il sonno è ristoratore.
Mai appisolarsi tra le 18 e le 20: in queste ore il riposo non ricarica le batterie.
Probabilmente è un retaggio dei nostri antenati, che nel tardo pomeriggio erano al massimo dell'allerta perché in cerca del miglior riparo per la notte.
Si può quindi massimizzare il sonno, ma non bisogna sconvolgere i bioritmi umani frutto di un lungo adattamento al mondo».
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Il dr. Stampi ha inoltre mostrato numerosi grafici da cui è stato possibile visualizzare i cosidetti Ritmi Circadiani che si compiono all’incirca ogni 24 ore; in base ad essi si ripetono regolarmente i nostri processi fisiologici.
Praticamente tutti gli esseri viventi, dalle alghe unicellulari alle piante e all’Homo Sapiens, mostrano questi cicli, anche se con piccole differenze tra specie differenti e individui differenti della stessa specie.
Si tratta di sistemi comparsi nel corso dell’evoluzione, in risposta alle variazioni ambientali cicliche prodotte dalla rotazione della Terra attorno al proprio asse.
I ritmi circadiani. sono regolati da fattori interni presenti nell’organismo stesso (il cosiddetto orologio biologico) ed esterni (ad esempio la luce e la temperatura).
Nelle piante sono esempi di ritmi circadiani i movimenti di apertura e chiusura degli stomi nel corso della giornata, così come l’apertura e la chiusura di certi fiori e l’emissione di aromi volatili.
Negli animali seguono un ritmo circadiano il ciclo sonno-veglia, la produzione di alcuni ormoni come la melatonina secreta dall’ipofisi, le variazioni cicliche della pressione sanguigna e della temperatura corporea.
La respirazione e l’escrezione urinaria di potassio, calcio e sodio sono tutti processi che variano a seconda del momento della giornata.
Sebbene il meccanismo di controllo dei ritmi circadiani sia ancora sconosciuto, è indubbio che tali ritmi abbiano effetto sulla fisiologia e sul comportamento umano.
Tale ritmi determinano tempi in cui ogni organismo mostra una maggior predisposizione al sonno; ma anche all’interno dei cicli maggiori esistono sottocicli di maggior predisposizione che variano da individuo ad individuo: sono come treni - ha detto il dr. Stampi - che vanno presi quando passano.