Lions Club Trasimeno we serve |
Chiusi
InterClub con il Lions Club di Chiusi,
Città della Pieve e Valdichiana i Chiari
sul Tema
"Gli Etruschi tra il Trasimeno
e la Valle del Clanis"
Programma:
ore 9,45: Ritrovo partecipanti presso Museo Etrusco
ore 10: Visita Tomba del Colle (guidata dalla dr.ssa Mariangela Turchetti, Direttrice del Museo)
La Tomba del Colle Casuccini (o anche solo "del Colle") è una delle circa venti tombe etrusche dipinte conosciute a Chiusi, situate a est dell'abitato, vicino all'attuale cimitero.
La tomba ha una pianta articolata sul dromos di accesso, con tre ambienti che vi si aprono e due cellette per urne cinerarie.
Le pareti dell'atrio sono decorate da un fregio continuo con giochi funebri (atleta con pesi, pirrichista, crotalista, pugile, lottatori, corsa con bighe) e una scena di banchetto.
Sulle pareti della camera di fondo sono rappresentate scene di danza (quattordici danzatori) tra cespugli di alloro.
Questi temi sono legati al periodo del primo arcaismo (inizi VI secolo a.C.), anche nella più cosmopolita Tarquinia.
Le scene si possono confrontare con i bassorilievi di cippi funerari in pietra fetida della zona.
Ore 11: Sala San Francesco: Conferenza sul tema tenuta da Franco Boschi
Il territorio compreso tra l'Arno e il Tevere, che fu poi occupato dagli Etruschi, fu abitato fin dai tempi della preistoria, come testimoniano le palafitte sul lago Trasimeno rinvenute in località Panicarola.
L’insediamento delle popolazioni fu favorito dalla presenza di numerosi corsi d’acqua tra cui il Clanis, fiume dell'Etruria meridionale, ramo sud dell’Arno, che aveva come affluenti torrenti che nascevano nelle colline intorno ad Arezzo e, dopo aver attraversato la Val di Chiana lungo un percorso di circa 70 km in direzione sud, si gettava nel Paglia, affluente del Tevere, presso Orvieto.
Gli Etruschi erano la più importante popolazione dell'Italia preromana.
Il periodo di massimo splendore della civiltà etrusca giunse fino al 4° secolo a.C. In seguito, vennero completamente assorbiti dai Romani, fino a scomparire.
Tra gli antichi popoli dell'Italia preromana gli Etruschi sono quelli che hanno maggiormente attirato l'interesse dei moderni per l'altissimo livello artistico raggiunto e per la scarsa conoscenza della loro lingua, che non offre punti di contatto con nessun'altra conosciuta.
Proprio a causa della difficoltà di comprendere i testi scritti in etrusco, si può affermare che il mistero costituito dall'origine di quel popolo continua a sussistere ancora oggi.
Lo storico Erodoto, che scriveva nel 5° secolo a.C., attribuiva l'origine dei Tirreni (così i Greci chiamavano gli Etruschi) a un mitico fondatore, Tirreno, che si sarebbe trasferito nell'Italia centrale dopo essere fuggito da una remota regione dell'Asia Minore, l'attuale Turchia.
Al contrario, Dionigi di Alicarnasso, un altro autore greco che scriveva nel 1° secolo a.C., attribuiva agli Etruschi un'origine italica. Lo storico latino Tito Livio, infine, contemporaneo di Dionigi, pensava di poter sostenere un'origine settentrionale degli Etruschi, che sarebbero giunti in Italia dall'Europa centrale.
L'oratore ha citato una tabula scritta in Etrusco, ordinariamente giacente presso il Museo Archeologico di Perugia ed attualmenete esposta nella mostra allestita presso la Torre dei Lambardi di Magione, che riposta la scritta "Tarsminas" cioè la prima citazione etrusca al Lago Trasimeno.
Le fonti per la storia degli Etruschi sono tutte di ambito greco e romano, e non ci fanno conoscere molti eventi significativi della storia di quel popolo.
La struttura sociale prevalente tra gli Etruschi era la città, che aveva caratteristiche sociali e architettoniche per molti aspetti simili a quelle delle città greche, in particolare la grande accuratezza con cui erano decorate le porte delle mura difensive, in grandi pietre squadrate.
Come le città greche della Magna Grecia, anche quelle etrusche erano tra loro collegate in leghe: di particolare importanza, perché tramandataci dalle fonti, quella che riuniva le dodici città di Vulci, Volterra, Volsini, Veio, Vetulonia, Arezzo, Perugia, Cortona, Tarquinia, Cere, Chiusi, Roselle. Tale lega, però, aveva più un valore sacro che politico.
Le città erano rette ciascuna da un re.
Molte delle insegne del potere del re etrusco saranno successivamente assunte nello Stato romano per designare il potere dei magistrati superiori, i consoli e i pretori: la corona d'oro, il trono d'avorio, lo scettro ornato da un'aquila, la tunica e il mantello di porpora intessuti d'oro. Il re fondava il suo potere su una classe aristocratica di ricchi proprietari terrieri, che facevano coltivare le loro terre da masse di servi, praticamente privi di ogni diritto politico.
Nella società etrusca il banchetto (o simposio) aveva un'enorme importanza e lo dimostra il fatto che molto spesso i defunti erano rappresentati sui coperchi dei sarcofagi come se stessero partecipando a un banchetto, distesi sul caratteristico letto triclinare, cioè su uno dei tre letti del triclinio, poi adottato dall'élite della società romana.
Gli Etruschi sono stati protagonisti di una straordinaria fioritura artistica.
La loro arte è soprattutto funeraria, poiché proviene da necropoli, tra le quali sono particolarmente famose quelle di Cerveteri, di Tarquinia e di Chiusi, con le tombe sotterranee a camera, o quelle di Norchia, con le tombe a grotta.
All’interno delle tombe sono stati rinvenuti sarcofagi, vasi e statuine che testimoniano in modo indiscutibile l’elevato livello raggiunto dall’arte etrusca.
La produzione di farro e cereali favorì gli scambi commerciali coi greci che abitavano un territorio meno ricco di tali prodotti; in cambio gli etruschi acquistavano vasi greci, tra cui il famosissimo Vaso Francois, reperito proprio a Chiusi ed attualmente in mostra al Museo Archeologico di Firenze.
Tutta l'arte etrusca, al contrario di quella greca, predilige la terracotta alla pietra: sia le statue sia i sarcofagi sono, in Etruria, per lo più in terracotta, anche se le raffigurazioni sono fortemente influenzate dall'estetica e dal gusto greco, seppure con forti connotazioni locali. Particolarmente caratteristica è la produzione di sarcofagi.
Gli arredi funerari ci consentono di scoprire una società ricca, addirittura opulenta; sono relativamente comuni le suppellettili d'oro, Non sono rari nemmeno gli avori. La ceramica mostra il fortissimo influsso greco, anche se è possibile distinguere, sulle forme greche, una gran quantità di officine locali, con caratteristiche assolutamente originali.
In alcuni casi, però, e in particolare in alcune tipologie di vasi funerari che rimandano a pratiche religiose esclusivamente etrusche, non è riscontrabile l'influsso greco, ma piuttosto un'originale derivazione dalla precedente cultura villanoviana.
In particolare gli ossuari con coperchio conico rovesciato, le numerose tipologie di buccheri (tipico vasellame etrusco) e alcuni tipi di urne, i canopi, hanno in Italia e non in Grecia i loro antecedenti.
Particolarmente sviluppate presso il popolo etrusco erano le concezioni religiose relative al mondo dei morti.
Il mistero del passaggio dalla vita alla morte è rappresentato in maniera estremamente suggestiva in un famosissimo affresco scoperto in una tomba di Paestum (in Campania). Questa, conosciuta come Tomba del tuffatore, pur appartenendo a un membro dell'aristocrazia greca che governava la città, risente degli influssi artistici esercitati dall'ambiente artigiano di Capua etrusca. Qui il defunto è rappresentato come un giovane, nudo e solitario, che, dall'alto di un trampolino, si tuffa in un mare tranquillo.
Il mondo dei morti è separato e distinto da quello dei vivi; per andarvi ci si può tuffare, come nell'appena menzionata Tomba del tuffatore, oppure ci si può essere condotti da Charun, un demone infernale, geloso custode dell'aldilà.
Particolari riferimenti sono stati fatti dal relatore sulle tombe ritrovate nella zona di Chiusi (Tomba del Leone, Tomba della Pellegrina e Tomba della Scimmia, oltre alla già visitata Tomba del Colle) con riferimenti al materiale conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Chiusi) ed alla Tomba di Laris, recentemente scoperta nella vicinanze di Città della Pieve.
Sono inoltre stati mostrate carte con riferimenti alle vie di comunicazione del periodo etrusco ed alla loro implementazione nel periodo romano.
Ore 13: Conviviale con prodotti tipici presso il ristorante “Pesce d’oro” (Lago di Chiusi)