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6 Aprile Teatro Cucinelli di Solomeo
Convegno Interclub sul Tema di Studio Nazionale
"Salviamo le api e la bioversità"
Grande afflusso di pubblico al Convegno Interclub sul Tema di Studio Nazionale
"Salviamo le api e la bioversità",
che si è svolto a Solomeo presso il teatro Cucinelli.
Hanno presenziato:
il Governatore del Distretto 108L Michele Alessandro Martella,
il Presidente del Consiglio dei Governatori
del Multidistretto 108 Italy
Claudio Sabattini
e Brunello Cucinelli, che ha ospitato il Convegno.
Sono intervenuti Roberto Morroni, assessore Regionale per l'agricoltura
e Stefano Gabrielli, assessore del Comune di Corciano.
Dopo i saluti istituzionali sono iniziati gli inteventi dei relatori.
E' intervenuto per primo Gianfranco Cialini, storico archivista e presidente del Lions Club di Corciano sul tema "uno sguardo dal passato per il futuro dell'apicultura in Umbria".
Ha esordito rilevando che il convegno ha preso spunto da un archivio storico che segnala Solomeo, nei primi anni del 1900, come sede del Regio Osservatorio Apistico.
Una cartolina, stampata in Francia nel 1905 ed allegata alla documentazione del Convegno, riproduce la Solomeo dell'epoca proponendo in primo piano 28 alveari.
Ciò a significare che l'apicoltura di Solomeo era nota non solo a livello nazionale, ma anche all'estero.
Cialini ha quindi presentato la biografia di Pietro Monini, all'epoca principale promotore e studioso dell'apicoltura a Solomeo.
Esercitava la professione di maestro elementare a Solomeo e Castelvieto, ma era uomo di vasta cultura e di moltiplici interessi; si dice che abbia contribuito a progettare la chiesa parrocchiale di Solomeo e soprattutto il campanile, collaborando con il parroco dell'epoca, che era anche suo amico, don Luigi Brunelli.
Ottenne numerosi riconoscimenti per i suoi scritti sull'apicultura; usava arnie e metodi innovativi che lo fecero conoscere a livello locale, nazionale ed internazionale.
Il Ministero dell'Agricoltura gli concesse non solo la direzione del Regio Osservatorio, ma anche numerosi contributi per le sue ricerche e le attrezzature necessarie alle sperimentazioni; fu premiato a Torino per le innovazioni proposte nell'apicultura.
Morì nel 1911 mentre stava preparandosi al Congresso di Roma in cui si parlava della "peste delle api", argomento che stava studiando e sul quale aveva acquisito notevoli competenze; avrebbe potuto portare un sostanziale contributo.
Il secondo intervento è stato quello del prof. Luciano Giacchè sul tema "La scienza delle api e le api nella scienza. In Umbria da Corniolo della Corgna a Federico Cesi".
Ha fatto riferimento a tutta la letteratura che, da tempi molto antichi, parla delle api e dell'apicultura in Europa ed in America.
Tra gli antichi autori ha citato Varrone, Virgilio, Plinio il Vecchio, Columella.
Ma mentre in tempi antichi tali insetti erano inseriti nella descrizione poetica e bucolica dei territori, dal 306 de Crescenzi pubblicò un testo "informazioni pratiche sull'allevamento delle api".
Seguì il testo "Delle api" di Corniolo della Corgna, fino al 1600 in cui Federico Cesi mostrò alcune immagini di api al microscopio.
Di seguito, per interessamento del papa Urbano VIII ed utilizzando il microscopio di Galilei, fu pubblicato un testo intitolato "Melissografia".
Poco dopo Jan Swammerdam scoprì che le api erano governate da una regina.
Tra i testi più recenti e significativi sull'argomento ha ricordato:
l'americano Frederick Kenyon che fece studi sul cervello delle api,
Santiago Ramon e Caial e Domingo Sanchez autori di studi sugli occhi delle api,
E. Berrevotes che pubblicò "la saggezza delle api",
J. Mingo, autore di "bees make the best pets",
Lars Chittka che scrisse "the minds of a bee",
S. Buchann che pubblicò "Quello che le api sanno". Ha invitato tutti a sensibilizzarsi sulla protezione delle api per la loro sostanzale funzione nella protezione e conservazione dell'ambiente.
E' poi intervenuto il prof. Tiziano Gardi sul tema "L'importanza delle api in natura. Situazione e prospettive dell'apicultura nella salvaguardia dell'apis mellifica ligustica"
Ha presentato una descrizione dell'evoluzione del nostro pianeta fin dai tempi della glaciazione con la comparsa delle api soprattutto in territori, come l'Italia, ricchi di una grande varietà floreale e di un clima abbastanza mite.
Alcuni studiosi sostengono l'ipotesi che, senza la presenza delle api, forse sulla terra non sarebbe comparso l'uomo.
Ha poi parlato della specie di ape più diffusa in Italia, l'apis mellifica ligustica, e delle sue abitudini di vita, descrivendo in particolare la sciamatura, cioè la migrazione di un certo numero di api da un alveare ad altro luogo ove costituirne un altro in presenza di un sovrabbondanza di popolazione.
Per favorire la presenza delle api occorre conservare l'integrità dell'ambiente; l'abitudine attuale di alcuni agricoltori di usare fitofarmaci è fortemente nociva e nuoce alle api ed a tutti gli insetti impollinatori.
In Europa esitoni 17 tipi di api, ma l'apis mellifica ligustica è uno dei migliori esemplari, sia perchè é molto prolifica, sia per la qualità del miele prodotto; pertanto sul nostro territorio vive l'esemplare che è più opportuno tutelare.
Esistono numerose normative a tutela della api, ma non sempre vengono rispettate.
Le istituzioni, ad esempio la Regione Umbria, si sono comunque molto adoperate nella tutela dell'ambiente.
Sono intervenute infine Rosa Fogli del Distretto Lions 108tb e Graziella Puddu della Regione Sardegna, che hanno descritto le iniziative Lions intraprese sul tema di studio nazionale nei rispettivi teritori (Emilia Romagna e Sardegna).
E' seguita la visita dalla mostra sul "Regio Osservatorio Apistico di Solomeo" allestita all'interno dell'Accademia adiacente al Teatro.