Lions Club Trasimeno

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21 Novembre: Perugia

Visita Chiesa di S.Domenico

e delle sue "Soffitte"


Un gruppo di soci ed alcuni simpatizzanti hanno partecipato alla visita guidata della Chiesa e delle soffitte di S.Domenico a Perugia.
La guida ha illustrato come, dopo lo storico incontra a Perugia tra S. Framcesco e S. Domenico, i frati predicatori domenicani si stabilirono a Perugia verso la fine del 1233, soltanto dieci anni dopo la morte del fondatore
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Il complesso di S. Domenico, che comprendeva la chiesa detta di S. Domenico Vecchio e il convento, sorse nel 1234.
Nella chiesa di S. Domenico Vecchio, che si affaccia attualmente sul chiostro grande, furono canonizzati nel 1235 S. Elisabetta d’Ungheria ad opera di Gregorio IX e nel 1253 S. Pietro martire da Verona, ad opera di Innocenzo IV.
L'edificio originario di San Domenico, sorto sulle ceneri di San Domenico Vecchio, inadeguato all'accresciuto ruolo dei Domenicani, fu edificato ristrutturando la vecchia chiesa di S. Stefano del Castellare; risale al 1304 ed aveva un’importanza particolare in quanto rappresentava un caso di italianizzazione della forma nordeuropea della cosiddetta Hallenkirche.
Fu costruito a tre navate per intercessione del papa Benedetto XI, morto a Perugia nel 1304; a lui dedicato un monumento funebre autentico capolavoro della scultura del XIV secolo. L'imponente edificio gotico con tre navate a sala, esempio per la futura Cattedrale di S. Lorenzo, è stato consacrato solamente nel 1459 da Pio II, mentre il campanile fu terminato verso la fine del XV sec.
Insert Logo Here Nell'imponente facciata, priva di rivestimento, si apre il portale del 1596; il fianco e l'abside conservano le finestre ogivali e i contrafforti della fabbrica trecentesca.
La mole della basilica di San Domenico è impressionante: 96 metri di lunghezza, trenta di larghezza tra le navate, 60 metri la lunghezza del transetto, trenta metri l’altezza delle volte.
L’impressione che si ha entrando è di un’enorme aula spoglia, anche se in realtà la chiesa era, sino al ‘600, una delle più ricche della città, con arredi rilevanti, quali il polittico Guidalotti di Beato Angelico, ora alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
Negli anni 1614 e 1615 crollarono volte e pilastri della navata, ma la parte interna dell’edificio fu ristrutturata tra il 1629 ed il 1632 da Carlo Maderno; ne è scaturita una forma particolare che presenta analogie con la navata della basilica di San Pietro, pure opera del Maderno. A Perugia l’edificio è tuttavia ad un piano e nella navata non vi sono finestre (peraltro pure nella Basilica Vaticana la zona delle finestre è poco accentuata). Sopra le arcate inizia direttamente la volta a botte. Con la ricostruzione del Maderno si è creata, tra il tetto e le volte, un’intercapedine che è possibile visitare.Insert Logo Here
Si tratta delle “soffitte di San Domenico”, un luogo denso di fascino e di architettura nascosta che permette di contemplare la chiesa dall’alto e di salire fino al campanile, da dove si gode una splendida vista della città. Le due navate laterali sono state abbassate da 24 m a 12 m per garantire la stabilità dell’edificio.
Restano dell'edificio originario il bel chiostro e il coro.
In quest'ultimo si trova una grande vetrata, opera degli artisti Fra' Bartolomeo di Pietro e Mariotto di Nardo, risalente al XV secolo (la parte superiore è del 1759) di un'altezza di 23 metri per 8,5 di larghezza.
Insieme a quelle absidali del Duomo di Milano è fra le più grandi finestre gotiche d'Italia.
Si tratta di finestre dalle dimensioni inusuali per l'Italia, anche perché in genere si cercava di limitare la grandezza delle finestre per proteggere gli interni dal calore.
In San Domenico tuttavia una tale finestra era resa necessaria dalla mancanza di un'altra fonte di luce. La guida ha ampiamente illustrato i personaggi che si possono ammirare nelle varie fasce,Insert Logo Here invitando i presenti a notare la differenza con la contemplazione della vetrata dal basso e la prossima contemplazione dalla finestra in alto sulle soffitte.
Tra le opere più rimarchevoli custodite in chiesa: parete d'altare di Agostino di Duccio (1459) nella Cappella della Madonna del Voto; il sepolcro di autore sconosciuto del papa Benedetto XI, deceduto a Perugia nel 1304, smontato dalla vecchia chiesa di S. Stefano solamente nel 1700 e riassemblato nel 1959;
nonostante ciò si tratta del sepolcro a parete gotico meglio conservato dell'inizio del XIV sec.; coro ligneo con intarsi rinascimentale; gonfalone di Giannicola di Paolo del 1494; affreschi votivi del tardo XIV sec., fra cui la 'Stimmatizzazione di S.ta Elisabetta di Turingia', la quale, benché fosse appartenuta all'ordine delle Clarisse, perché santificata nella chiesa di S. Stefano in Castellare, precedente a quella di S. Domenico, è stata qui riprodotta; affreschi frammentari e mal conservati, ma di buona fattura dell'inizio del XV sec., attribuiti a Benedetto di Bindo. Si è passati poi alla visita delle “soffitte della Chiesa di San Domenico“ che sono un luogo segreto e conosciuto da pochissimi.
Attraverso una ripida e scoscesa scalinata si accede ad uno spazio denso di fascino e ricco di tempo tra le volte e il soffitto della chiesa; nato per caso a seguito della ristrutturazione seicentesca, ci permette di ripercorrere le vicende costruttive dell'importante monumento Perugino.
Sono visibili sezioni del campanile, archi rampanti costruiti per rinforzare la stabilità, lesene delle vecchie colonne rimaste comprese nell’intercapedine, scorci dall’alto del panorama della città; inoltre, da un finestrone a 12 metri dal suolo, è possibile visionare dall’alto la vetrata absidale.