Lions Club Trasimeno we serve |
16 Ottobrebre
d'intesa col FAI,
visita guidata dell'antico borgo
di Greppolischieto
e dei resti della città preistorica di Fallera
Nell'ambito del service che prevede la valorizzazione del territorio, d'intesa con il FAI, il Club ha organizzato la visita del piccolo borgo di Greppolischieto.
Si tratta di un piccolo castello che si erge agli estremi confini meridionali del territorio piegarese, a 657 metri di altezza, fra boschi di querce, elci e castagni, in posizione rialzata, con un'eccezionale panorama che si estende fino al Lago Trasimeno.
Ristrutturato in tempi recenti da Anna Fendi, nota stilista romana.
Osservandolo in giorni ordinari , il borgo dà quasi un’impressione di irrealtà, di un mondo a sé, quasi fuori dal tempo; osservandolo da una certa distanza, l'impressione si ingigantisce allorché ci si addentra fra le mura, le brevi vie, la minuscola piazza con l’antico pozzo, dove il silenzio è padrone.
E' attualmente adibito a residenza privata e stabilmente vi risiedono solo tre famiglie.
Sconosciuta è la sua origine, ma il primo insediamento si potrebbe addirittura far risalire agli scampati alla distruzione della vicina Città di Fallera, antichissimo tipo di costruzione collettiva, sulla cima di un’altura, di epoca quasi sicuramente preistorica o protostorica, circondata da una possente cerchia di mura, di cui restano soltanto ammassi di pietre (castelliere).
Fra l’XI e il XII secolo Greppolischieto fu aspramente conteso da Orvieto e Marsciano, ma finì poi sotto l’orbita perugina.
Malgrado varie agevolazioni adottate dai magistrati perugini nei confronti della comunità di Greppolischieto, la sua consistenza demografica andò continuamente calando: nel 1656 era scesa infatti a soli 87 individui e tre secoli dopo (1960) si era azzerata.
Nel 1817, in seguito alla ristrutturazione dello Stato pontificio, cessò l’autonomia della comunità, che fu aggregata al comune di Piegaro.
Dell’antico insediamento rimangono le mura, ben conservate, interrotte da una sola porta a sesto acuto, orientata verso nord-est, e alcuni edifici.
In particolare, è stata visitata la chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, posta fuori del castello e molto antica, risultando già accatastata all’inizio del XIV secolo.
Nel 1571 il visitatore apostolico Della Rovere, per comodità degli abitanti, trasferì il titolo parrocchiale alla chiesa di S. Maria Maddalena, dentro le mura, che prese pertanto il nome di S. Lorenzo, dopo essere stata ristrutturata e ingrandita.
Nel 1572 la parrocchia suddetta dipendeva ancora dall’Abbazia dei Sette Fratelli di Pietrafitta, alla quale versava un canone annuo di venti libre di denari.
La chiesa attuale, di forma rettangolare, è a navata unica con una piccola cappella laterale, dove si trova il fonte battesimale.
La copertura è a volta azzurra stellata, sostenuta da quattro grandi archi trasversali.
Ai lati dell’unico altare, dedicato a S. Lorenzo, vi sono due nicchie, contenenti i simulacri di S. Giuseppe (a sinistra) e della Vergine Immacolata (a destra).
Al centro della parete absidale, ricavata nello spessore del muro, si trova una piccola grotta ad imitazione di quella di Lourdes.
Da ammirarsi in detta chiesa, sulla parete destra, un affresco, stilisticamente attribuito al Perugino o a qualche pittore della sua scuola, riproducente la Vergine col Bambino tra S. Sebastiano e S. Antonio abate.
Parzialmente addossato al muro perimetrale si trova un elegante campanile quadrato.
Eccezionale l'afflusso di circa 600 visitatori che ha congestionato il piccolo parcheggio e le strade d'accesso al borgo.