Lions Club Trasimeno we serve |
22 Settembre
InterClub con Lions Club "Cortona Corito Clanis",
Visita del Castello di Montecchio
La visita del castello è stata organizzata con la guida di uno dei giovani archeologi che hanno operato numerosi scavi nel terreno all’interno del castello al fine di reperire notizie sulla storia centenaria del complesso.
Come riferito, i primi insediamenti sul colle di Montecchio risalgono all'epoca etrusco-romana e forse qui sorgeva un santuario pagano.
Nonostante gli scavi, pochi materiali dell’epoca sono stati ritrovati; la guida ha però riferito il reperimento di incavi nei quali erano fissati dei pali che probabilmente sorreggevano le abitazioni.
Intorno al IX secolo vi sorse il castello, che in origine fu feudo dei Marchiones e con interessi dell'Abbazia di Farneta.
Vi ebbero diritti anche altri feudatari, come gli Orselli ed i Panzoni di Cortona o i Da Vitiano.
All’inizio si trattava di un castrum, cioè di un insieme di edifici costruiti intorno all’alta torre che serviva da avvistamento offrendo un’ampia visibilità su tutta la Valdichiana.
Nei primi anni del XIII secolo si alleò con il Comune di Arezzo assieme agli altri castelli di Mammi e Monticello.
Intorno al 1234 fu acquistato dal Comune di Arezzo che lo ripopolò, trasformandolo in un comune "semilibero" e ne fece una piazzaforte contro Castiglion Fiorentino e Cortona.
Nel 1281 il Comune di Arezzo attuò un ampliamento delle mura castellane, dando luogo all'attuale fortilizio; all’interno, a ridosso delle mura vennero costruite molte abitazioni all’interno della quali vivevano i vari nuclei familiari.
Le abitazioni sono ste completamente distrutte; gli scavi hanno consentito di reperire pietre da costruzione e vasi in ceramica; rimangono le tracce delle mura di una chiesa, nei sotterranei della quale è stato allestito un museo del castello.
Tra gli edifici ancora esistenti rimane il Palazzo di Giustizia e la vecchia casa del parrocco, ristrutturata e all’internodella quale soggiornano gli attuali proprietari.
Nel 1289, dopo la sconfitta subita da Arezzo da parte di Firenze nella battaglia di Campaldino, nella quale combatté anche Dante Alighieri, Montecchio divenne possesso fiorentino.
Ritornò ad Arezzo nel 1303 e nella prima metà del XIV secolo fu utilizzato quale piazzaforte nelle frequenti guerre contro Perugia e venne assediato dai Cortonesi guidati da Pier Saccone Tarlati (ex signore di Arezzo) e da Bartolomeo Casali.
Nel 1352, tuttavia i Montecchiesi resistettero ai primi assalti e Pier Saccone Tarlati, probabilmente per evitare che i Cortonesi si tenessero la Rocca, tradì la sua causa e disse ai Perugini e ai Montecchiesi di resistere ancora qualche giorno perché il signore di Cortona avrebbe tolto l’assedio. La roccaforte di Montecchio Vesponi non fu presa e i Cortonesi furono costretti a ritirarsi.
Verso il 1383, approfittando delle drammatiche condizioni di Arezzo - ormai impossibilitata a difendere i propri territori - il castello di Montecchio fu occupato dal celebre capitano di ventura inglese John Hawkwood, conosciuto in Italia col nome di Giovanni Acuto, che vi realizzò una sua residenza.
Alla morte dell'Acuto (1394) Montecchio divenne proprietà del Comune di Firenze e fu sede di funzionari fiorentini che amministravano la Giustizia nel suo Comune.
Con la riforma delle autonomie, realizzata sul finire del XVIII secolo dal Granduca Leopoldo II d'Asburgo-Lorena, nel 1774 fu soppresso il Comune di Montecchio ed unito a Castiglion Fiorentino.
Nel XIX secolo il Castello di Montecchio, suddiviso fra numerosi piccoli proprietari di povere abitazioni, fu pian piano acquistato dal banchiere Servadio che ne iniziò i restauri realizzando anche la merlatura che non apparteneva non presente nella costruzione originaria.
Alla sua morte fu venduto dagli eredi alle famiglie Budini e Gattai, proprietari di varie fattorie toscane e di pregevoli palazzi fiorentini.
I Budini-Gattai ne restaurarono la torre e ne continuarono i lavori di consolidamento.
Oramai abbandonato ed in rovina, nel 1979 Montecchio è passato in proprietà della contessa Orietta Floridi che lo ha ristrutturato.