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9 Giugno 2006
La Scuola Media di Castiglione del Lago
intitolata a Franco Rasetti


Insert Logo HerePer iniziativa e con la sponsorizzazione del nostro Club, d'intesa con il Dirigente Scolastico prof. Aldo Covarelli, il Collegio Docenti ed il Consiglio di Istituto della Scuola precedentemente intitolata a Giuseppe Mazzini, sentito il parere favorevole dell'Ufficio Scolastico regionale dell'Umbria e con l'assenso della Prefettura di Perugia, in data 9 Giugno 2006 si svolta la cerimonia del cambio di intestazione della Scuola Media di Castiglione del Lago al nome di Franco Rasetti, nobile figlio della terra Umbra, nato a Pozzuolo Umbro, nel Comune di Castiglione del Lago.
Lo scienziato, uno dei più illustri nomi della fisica del XX secolo, ha fatto parte del gruppo denominato "I ragazzi di Via Panisperna" che, sotto la guida del prof. Enrico Fermi, scoprì la possibiltà di provocare nell'atomo una reazione nucleare. Rasetti si distinse poi anche per la correttezza morale che lo fede recedere dal gruppo quando si prospettò la possibilità di sfruttare la scoperta per costruire la bomba atomica; divenne così un altrettanto illustre biologo ed entomologo.






Alla cerimonia è stato associato un concorso tra gli studenti, chiamati a rievocare la figura di Rasetti nelle sue qualità scientifiche ed umane; hanno partecipato al concorso oltre 90 studenti delle classi seconde e terze. Una commissione ha giudicato i temi svolti stilando una classifica di merito che ha consentito di premiare i primi 3 classificati:

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1° classificato: Tanini Chiara (2 B)
2° classificato: Bondi Allegra (2 B)
3° classificato: Bracci Giacomo (3 D)


Ha seguito il cambio di intestazione anche della sede succursale di Pozzuolo, già intestata a Mazzini e Galeotti, ora intestata a Rasetti e Galeotti

Hanno partecipato alla cerimonia numerose autorità civili, in primis il Sindaco di Castiglione del Lago Valter Carloia, autorità religiose e del mondo della Scuola, oltre ad un nutrita rappresentanza della stampa.



Breve biografia di Franco Rasetti

Franco Rasetti nacque il 10 agosto del 1901 a Pozzuolo Umbro nel comune di Castiglione del Lago.
Iniziò gli studi universitari nel 1918 a Pisa; iscrittosi dapprima ad ingegneria, passò poi a fisica al terzo anno di studi, soprattutto a causa dell'influenza del compagno di studi Enrico Fermi.
Gli anni universitari cementarono una solida amicizia tra Rasetti, e Fermi che condividevano curiosità scientifiche e una considerevole dose di humor goliardico e scherno irriverente nei riguardi del mondo ordinario. Fermi e Rasetti, però, erano personaggi e caratteri molto diversi sotto svariati punti di vista.
La dedizione pressoché totale di Fermi per la fisica non aveva riscontro nella disponibilità di Rasetti verso qualunque avventura intellettuale soprattutto nel campo delle scienze naturali ed in modo particolare nell'entomologia.
Rasetti si laureò nel 1922.
Fino al 1926 fu assistente all'Istituto Fisico dell'Università di Firenze, riprendendo, negli ultimi due anni, il rapporto di collaborazione scientifica con Fermi, che trascorse a Firenze gli anni 1925 e 1926, prima di vincere il concorso di fisica teorica e trasferirsi stabilmente a Roma presso il mitico Istituto di fisica di Via Panisperna.
Rasetti non tardò a seguire l'amico: nel gennaio del 1927 passò all'Istituto di Fisica di Roma diretto da Orso Mario Corbino.
Nel 1928-29 trascorse un anno presso il California Institute of Technology, dove lavorò in particolare sull'effetto Raman.
Le ricerche sull'effetto Raman segnarono la transizione dalla spettroscopia atomica alla fisica nucleare.
Si costituì a Roma, intorno agli anni trenta, un agguerrito gruppetto di scienziati geniali formato, oltre che da Franco Rasetti, il "Venerabile Maestro", considerato il componente più brillante, sotto il puro profilo sperimentale, del gruppo da:

Enrico Fermi era soprannominato "il Papa", perché aveva sempre ragione
Bruno Pontecorvo, detto "il cucciolo" che porterà in Unione Sovietica i suoi segreti scientifici e potrà tornare in Occidente solo trent´anni dopo
Ettore Majorana che scomparirà nel nulla dando origine a una leggenda ancora oggi senza epilogo
Emilio Segré, "il basilisco", che seguirà Fermi in America, scoprirà l´antiprotone e incasserà il Nobel per la fisica
Edoardo Amaldi che manterrà viva in Italia la tradizione della "scuola".

In Via Panisperna, al secondo piano della palazzina, si scoprì la radioattività artificiale, si contribuì alla comprensione della struttura dell´atomo, si elaborò la prima teoria dell´interazione debole e furono individuati i "neutroni lenti" come proiettili ideali per la fissione dell´uranio, scoperta che permise a Fermi di costruire, nel 1942, la prima pila atomica.
Nel 1935-36 Rasetti lavorò sui neutroni lenti alla Columbia University di New York.
Nel dicembre del 1938 il chimico tedesco Otto Hahn ottenne, e riconobbe, la fissione artificiale del nucleo atomico. Nel giro di poche settimane Fermi e altri dimostrano che quel fenomeno era in grado di liberare una quantità enorme di energia ed è in grado di produrre, se ben imbrigliato, un'arma di distruzione di massa di potenza inusitata.
Nell'estate del 1938 il regime fascista di Mussolini emanò le leggi razziali. Leggi odiose, per Fermi e Rasetti.
Fermi, che aveva la moglie è ebrea, decise che l'Italia non poteva più essere il suo paese e approfittò della cerimonia del premio Nobel, che gli è stato appena assegnato, per fuggire in America, passando per Stoccolma.
Rasetti, pur non avendo parenti ebrei, decise che la misura era colma. Uno spirito libero non poteva restare in quell'Italia e in quell'Europa.
All'inizio del 1939 accettò l'invito della piccola università Laval del Quebec ed emigrò in Canada.
Intanto in Europa stava scoppiando la seconda guerra mondiale.
La piccola comunità dei fisici nucleari di tutto il mondo fu scossa.
Il mondo si trovò sull'orlo del baratro, verso cui lo stavao trascinando i nazifascisti. E l'arma non fu più un'ipotesi accademica.
Il 2 agosto del 1939, poco prima che le truppe di Hitler invadano la Polonia e diano inizio alla seconda guerra mondiale, Albert Einstein, scrisse una lettera al presidente americano Franklin D. Roosvelt per metterlo al corrente della nuova possibilità aperta dalla fisica nucleare e del fatto che la Germania aveva le competenze e la materia prima per realizzare quelle possibilità e riempire gli arsenali di nuove armi, atomiche.
Occorreva che il mondo libero si impegnasse ad allestire un arsenale di deterrenza atomica, per dissuadere Hitler dall'usarle quell'arma di distruzione di massa.
Questo è quanto il pacifista Einstein chiese ai politici. Ma è anche quanto chiese agli scienziati, il cui contributo era decisivo per realizzare "la bomba".
La storia bussò e chiese ai fisici nucleari di uscire dalla "torre d'avorio" rispondendo alla tremenda domanda: ve la sentite di impegnarvi nella difesa del mondo libero costruendo un'orrenda arma di distruzione dì massa?
Questa domanda la storia la pose sia a Enrico Fermi che a Franco Rasetti. Fermi rispose di sì. Si assunse per intero le sue responsabilità. E diventò il principale responsabile della costruzione della bomba atomica, sia accendendo la "pila" nel dicembre del 1942, sia inserendosi nel “progetto Manhattan”, in collaborazione con il fisico americano Robot Oppenheimer e partecipando alla diretta costruzione dell'arma nei mesi successivi.
Franco Rasetti, pur ripetutamente invitato da Fermi a partecipare agli esperimenti per la costruzione della bomba atomica che si stavano svolgendo a Los Alamos nel New Mexico, dopo un'attenta riflessione, rispose fermamente di no. Anche Rasetti si assunse per intero le sue responsabilità.
E, dopo la tragedia di Hiroshima e Nagasaki, abbandonò la fisica, per iniziare a studiare geologia e paleontologia, "scienze pacifiche e libere da condizionamenti".
In breve diventò uno dei maggiori esperti al mondo di fauna del Cambriano: raro esempio di eclettismo d'eccellenza, nella scienza contemporanea.
E quando ritornò in Italia, a metà degli anni '70, si impegnò nella stesura di un libro, I fiori delle Alpi, che è il compendio di flora alpina meglio documentato che sia mai stato scritto.
Dopo dieci anni trascorsi a Roma, tra il 1967 e il 1977, Rasetti si trasferì a Waremme, in Belgio, paese natale della moglie Marie Madeleine Hennin, che aveva sposato nel 1949 a Baltimora.
E in Belgio, nella sua casa, è morto il 5 Dicembre 2001. Aveva appena compiuto 100 anni.
La sua salma, dopo due anni, è stata riportata nel cimitero di Pozzuolo.
Il lavoro de “I ragazzi di Via Panisperna” rimarrà comunque nella storia come spunto fondamentale per gli sviluppi della moderna fisica nucleare, anche in ambiti non militari.