Lions Club Trasimeno

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16 Novembre - Panicale - Sala del Comune
Lo storico medievista Giovanni Riganelli
presenta il suo libro
"Castelli, rocche e torri
nel territorio del Lago Trasimeno"
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Il meeting, organizzato d’intesa con l’Accademia Masoliniana, dopo i saluti dell'assessore Paola Pausilli, è stato introdotto da Maria Lucia Roma, presidente dell'”Accademia Masoliniana di Panicale”.
Ha poi preso al parola Giovanni Riganelli per riferire che intorno al lago Trasimeno sorgono numerosi fortilizi, torri e castelli (in totale se ne annoverano 76) a formare un pittoresco scenario rappresentativo di varie epoche, alcune della quali particolarmente floride per l’economia del territorio.
Da ricordare che fu decisivo per la costruzione della fontana Maggiore di Perugia il contributo dei pescatori del Trasimeno.
Dopo la morte del re Alboino, avventa nel 572, le schiere Longobarde raggiunsero la Toscana, il Trasimeno e varie zone dell’Umbria. Si insediarono a Castiglione del Lago (nominata nel 997 come centro di grande importanza strategica unitamente alla fortificazione di Petralvella sita in prossimità), a Montalera (l’etimologia del nome, secondo alcuni, va trovata in Mont Alert, cioè monte che può fornire un allarme agli abitanti della zona) ed a Città della Pieve nella zona del Trasimeno; fondarono il Ducato di Spoleto dall’altra parte dell’Umbria e resti storici si annoverano anche a Città di Castello. Dell’epoca restano reperti più o meno rilevanti.
Gli insediamenti longobardi erano opposti a Perugia che rimaneva indipendente e fronteggiava dagli insediamenti di Isola Polvese, presso il monastero di S. Secondo, e da Montefontegiano, poi divenuto Monte del Lago.
Un castello di rilievo era sorto anche a Passignano ove c’era un “massa” già di proprietà della Chiesa di Roma.
Lo stesso Passignano era stato edificato sopra i resti di una villa romana.
In zona sono stati citati:
il Castello di S. Savino, anticamente denominato Cignano, poi trasformatosi in S. Savino per la presenza della pieve alto medievale intitolata a questo Santo e attestata a partire dal 1029-1031. Nel secolo XII, se non prima, fu eretto il castello locale che, tuttavia, finì per andare in rovina nel corso del Duecento.
Monte Castiglionaccio vicino all’attuale Montebuono, ove è stata ritrovata una cisterna foderata in pietra; era qui, probabilmente, che si trovava la comunità di S. Elisabetta di Castiglione di Monte Melino, attestata nel catasto del secolo XV. Il luogo, per propria natura dotato di notevoli potenzialità difensive, con la realizzazione dell’insediamento, le accentuò ulteriormente, tanto da legittimare il termine castiglione, trasformatosi poi nel vocabolo Castiglionaccio a seguito del suo abbandono.
Civitella, nel territorio tra Mantignana e Magione, vicino a Montemurlo già sede di un insediamento etrusco. Un fortilizio sorgeva anche in zona Montebitorno (il cui nome deriva da mons biturris, cioè con 2 torri).
Nei secoli successivi i Longobardi vennero sconfitti dai Franchi e nella zona ebbe un grande incremento le attività agricole, mentre la reggenza dei territori fu presa dalle signorie.
In questo periodo sorsero i castelli di :
Monte Melino, sempre indicato come castrum a partire dal secolo XIII, in esso nel 1282 si censirono 40 fuochi per una popolazione ipotetica che si aggirava intorno alle 200 persone. Nel 1410 la popolazione del castello era scesa a 49 unità. Nel 1353, sembra si siano rifugiati in Monte Melino alcuni nobili perugini dopo il fallimento di una congiura contro il governo cittadino.
Monte Sperello la cui presenza fu attestata fin dal 997, quando Ottone III ne confermava la proprietà al monastero di S. Gennaro di Campoleone, l’attuale Capolona vicino ad Arezzo. Da esso si è intitolata la famiglia dei Montesperelli, tra le più antiche della città di Perugia. Feudo di questa schiatta nobiliare, probabilmente acquisito tramite un meccanismo di lenta erosione dei diritti spettanti all’ente monastico aretino, nelle elencazioni medievali il nucleo abitato appare censito sia come villa, quindi sprovvisto di mura di cinta, che come castello.
Agello con un nucleo abitato, probabilmente edificato intorno al Mille in funzione del recupero in chiave agricola del territorio. Non pochi sono i ritrovamenti archeologici d’epoca etrusca e romana che attestano la presenza stabile dell’uomo in quest’area fin dall’antichità. Lo stesso nome del luogo ne costituisce una testimonianza visto che il vocabolo è da accogliersi quale arcaismo lessicale derivato dal latino agellus, piccolo campo, campicello. Ubicato non lontano dall’antica via Perugia-Chiusi, tratto finale dell’Amerina, e da quella per Città della Pieve – la prima a nord e la seconda a sud dell’abitato –, attestazioni scritte su Agello si hanno a partire dal 1115, nel documento con cui Pasquale II confermava i beni spettanti al monastero benedettino di S. Pietro di Perugia.
Ha poi ricordato l’importanza storica della Pieve di Ceraseto e del Castello di Petralvella, circondato da ampi insediamenti abitativi che ospitavano la plebe addetta ai servizi.
Nel 1282 il castello di Paciano fu edificato da parte dei ribelli che si erano affrancati dai rispettivi padroni; analogamente, dalla scomparsa del castello di Petralvella, sorsero Paciano e Panicale.
Nel secolo XIII nel Pian di Carpine fu edificata la Torre dei Lambardi; sorse anche il castello dei Cavalieri di Malta, ma era più una villa che un castello in quanto non vi erano mura difensive, anche se i castellani esercitavano padronanza sulle popolazioni del contado circostante.
Il territorio del Trasimeno venne sottomesso alla signoria di Perugia nel 1239; tra seconda metà del secolo XIII e l’inizio del XIV testimoniarono gli eventi il sorgere di
Montecolognola, nato in seguito alle vicende relative alla rivolta degli uomini di Pian di Carpine contro i signori del luogo: i Cavalieri Gerosolimitani.
"Beccati questo e beccati quello”, torre eretta nella zona di Chiusi dai perugini in contrapposizione alla torre “Beccati questo” precedentemente eretta dai senesi. Le due torri, avamposti delle fazioni rivali dai nomi sbeffeggianti, non furono mai utilizzate come strutture difensive e militari ma come stazioni di gabella, ovvero per riscuotere i tributi di passaggio da chi attraversava questo tratto della Valdichiana.
Seguirono l’edificazione di Castel Rigone e la riedificazione di Monte del Lago con la ristrutturazione delle mura difensive; fu ristrutturato anche S. Savino, che, col passare dei secoli, era andato in rovina. Verso la meta del XIV secolo e l’inizio del XV furono costruite le mura di S. Feliciano e fu costruito il Castello di Zocco, che nei secoli, rappresentò il più possente insediamento militare della zona, disponendo di ben sette torri, di cui oggi ne rimangono cinque, di tre porte e di una poderosa cinta muraria; il nome di Zocco probabilmente per la sua forma, molto simile ad un "zoccolo di cavallo".
Nel 1396 i frati Olivetani si insediarono a Isola Polvese; l’isola, un tempo fiorente con una popolazione di oltre 350 abitanti, era divenuta quasi disabitata. La presenza del Convento monastico portò nuova linfa all’isola; venne edificata una porta da difesa armata con strutture militari.
La Rocca sorse nelle vicinanze del Castello di Zocco; fu edificata intorno alla metà del secolo XIV a quanto sembra da Nicola di Tommaso, detto Pesciaiolo per il suo essere iscritto all’Arte dei Pesci di Perugia. Alla fine del medioevo la struttura divenne una proprietà della famiglia Della Corgna e, come Rocca della Corgna, compare in alcune mappe dei secoli XVI e XVII.
Sorsero in zona anche la Rocca del Conte Angelo e la Pieve del Vescovo, edificata già dal 1200 e dal XVI sede dei vescovi perugini.
Ringraziamenti e saluti conclusivi sono stati fatti dal presidente del Lions Club Trasimeno Mario Topini