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4 Gennaio: il Club visita la mostra "Denaro e Bellezza"
Firenze - Palazzo Strozzi
Il Club ha organizzato la visita alla mostra “Denaro e Bellezza” presso il Palazzo Strozzi a Firenze. E’ stato possibile ammirare, attraverso i capolavori di Botticelli, Beato Angelico, Piero del Pollaiolo, Della Robbia, Lorenzo di Credi, come il fiorire del moderno sistema bancario sia stato parallelo alla maggiore stagione artistica del mondo occidentale.
La mostra ha saputo collegare quell’intrecciarsi di vicende economiche e d’arte agli sconvolgenti mutamenti religiosi e politici dell’epoca dei banchieri fiorentini. Botticelli e il rogo delle vanità racconta la storia dell’invenzione del sistema bancario moderno e del progresso economico cui ha dato origine, ricostruendo la vita e l’economia europea dal Medioevo al Rinascimento.
I visitatori sono potuti entrare nella vita delle famiglie che ebbero il controllo del sistema bancario, cogliendo anche il persistente conflitto tra valori spirituali ed economici. Il mito del mecenate è risultato strettamente legato a quello dei banchieri che finanziarono le imprese delle case regnanti; proprio questa convergenza favorì l’operare di alcuni dei più importanti artisti di tutti i tempi.
Un viaggio alla radice del potere fiorentino in Europa, ma anche un’analisi di quei meccanismi economici che – mezzo millennio prima degli attuali mezzi di comunicazione – permisero ai fiorentini di dominare il mondo degli scambi commerciali e, di conseguenza, di finanziare il Rinascimento.
La mostra ha saputo analizzare i sistemi con cui i banchieri crearono immensi patrimoni ed illustrare la gestione dei rapporti internazionali chiarendo anche la nascita del mecenatismo moderno, che ha origine spesso come gesto penitenziale, per trasformarsi poi in strumento di potere.
La mostra è stata curata dalla storica dell’arte Ludovica Sebregondi, autrice della Iconografia di Girolamo Savonarola e dallo scrittore e traduttore Tim Parks, autore de La fortuna dei Medici. Questa mostra è concepita come un “duetto”, in cui i due curatori hanno presentato diversi e talvolta opposti sulla interpretazione del tema trattato.
L’obiettivo è stato quello di fornire ai visitatori l’opportunità di guardare l’arte trasversalmente attraverso una prospettiva interdisciplinare coinvolgendo economisti, politici e diplomatici e raccontando le radici del Rinascimento fiorentino dall’ottica delle relazioni – palesi ma anche segrete – fra arte, potere e denaro.
Centrali, per illustrare questi percorsi, i capolavori realizzati per le famiglie di banchieri, mentre la mostra si chiude con la visione di una società in crisi, con quel ciclone politico-religioso che fu Savonarola. Il frate, con i “bruciamenti delle vanità”, arrivò a negare quanto il Rinascimento aveva rappresentato, pur costituendone parte integrante.
La mostra si avvale anche di dettagliate raffigurazioni del mestiere del banchiere (opera di straordinari artisti fiamminghi) per raccontare il periodo in cui Firenze era la capitale finanziaria del mondo.
Vengono anche adeguatamente chiariti, con l’ausilio di strumenti multimediali, gli antichi percorsi del denaro e del commercio.