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24 Ottobre
Visita della città di Sutri
Il gruppo di soci ha avuto modo di visitare l’antichissima Città di Sutri che sorge nel cuore della Tuscia Viterbese, su un imponente rilievo tufaceo che domina la via Cassia.
Le sue origini sono molto remote, probabilmente risalenti all’età del bronzo, così antiche da perdersi nel mito.
Si pensa, infatti, che fu fondata da un popolo di navigatori orientali, i Pelasgi, ma alcune leggende attribuiscono la fondazione della cittadina al dio Saturno, che troviamo rappresentato nello stemma del comune a cavallo, con in mano un fascio di spighe di grano, simbolo della fecondità della terra di Sutri.
Quello che ci dice la storia è che fu una fiorente città etrusca, considerata “la porta dell’Etruria”. Conquistata definitivamente nel 383 a.C. dai Romani, divenne una delle città più rigogliose dell’Italia centrale, conservando la sua funzione strategica come punto di passaggio da e verso Roma anche dopo il crollo dell’Impero.
Andando avanti nei secoli, nell’Alto Medioevo (all’incirca nel 728) per la donazione di Liutprando, re dei Longobardi, Sutri costituì il primo nucleo del Patrimonio di San Pietro.
Da secoli, la bellezza del borgo laziale è rimasta immutata nel tempo.
Le tracce del suo passato si possono ripercorrere nel Parco dell’Antichissima Città di Sutri, tra le più belle aree protette della Tuscia.
Si sviluppa principalmente su di un acrocoro tufaceo, nella cui parte sommitale svetta Villa Savorelli, sede del Parco, mentre a fondovalle, nel tratto a ridosso del centro urbano del borgo, ospita alcuni dei siti archeologici più importanti della Tuscia.
Come lo scenografico anfiteatro romano, considerato unico nel suo genere, perché scavato interamente nel tufo, e la suggestiva necropoli urbana – anch’essa scavata nel tufo, tra gli esempi più consistenti di tombe rupestri di età romana nell’ambito del territorio etrusco-falisco.
E nella roccia è ricavata anche la chiesa della Madonna del Parto, che in origine era un mitreo, ossia un edificio pagano dedicato al culto del dio Mitra.
Nel pomeriggio, dopo una conviviale,
il gruppo ha potuto assistere, a Palazzo Doebbing, alla mostra
dal titolo “Luci e ombre a Sutri: Da Mattia Preti a Depero, mostra ideata da Vittorio Sgarbi.
Lo stesso Vittorio Sgarbi racconta così l’ambizioso progetto espositivo "Che si tratti di luci e ombre lo fa intendere la scelta del primo artista: Mattia Preti. La lezione di Caravaggio è in queste opere ancora molto viva.
Il processo di Mattia Preti è evidente: mettere in scena Caravaggio, renderlo teatrale, in una premonizione del melodramma.
Fanno parte della mostra le rappresentazioni dei 12 apostoli, opera tra le piu significative dell'artuista, approntata per il Duomo di Sutri e della vicina Nepi. Dall’altro capo del percorso troviamo Fortunato Depero.
Il pittore futurista che più di tutti orientò le sue invenzioni nella direzione della promozione pubblicitaria.
Artisti in mostra: Mattia Preti, Casimiro Piccolo, Julius Evola, Alberto Magri, Ottavio Mazzonis, Jean-Pierre Velly, Rosa Maria Estadella, Tullio Garbari, Fortunato Depero, Nora Kersh, Agostino Arrivabene, Cesare Inzerillo, Marilena Manzella, Cristian Avram e Tiziana Rivoni.
Alcune delle opere esposte: