Lions Club Trasimeno we serve |
Perugia 2 Marzo 2019
Presieduto dal 1° Vicegovernatore Massimo Paggi,
introdotto coordinatrice distrettuale Elisa de Bartolo (Lions Club Campagnano Mazzano Romano)
e dall’Officer Tiziana Modestini (Lions Club Deruta),
coordianto dalla dr.ssa Rossana Pomonti:
Service Distrettuale 108L
“I bambini nel bisogno delle realtà locali:
strategie e modalità operative per interventi efficaci”
Interventi
Gioetta Calzolari (Giudice Onorario presso Corte d’Appello di Perugia sez. Minori).
Ha esordito illustrando il fatto che il ruolo dei servizi sociali è proprio quello di tutelare i minori.
Col termine abuso sui minori non si intende solo quello sessuale, ma anche il cattivo trattamento fisico o affettivo, l’ incuria o trattamento negligente.
Quando i bambini sono sottoposti ad esperienze di violenza o incuria nella famiglia, sono essi stessi a desiderare l’allontanamento.
La Convenzioni dei diritti ONU del 1989 riconosce internazionalmente ai bambini il diritto alla vita, alla crescita ed all’istruzione secondo principi di: non discriminazione, superiore interesse del minore, diritto alla vita e diritto all’istruzione; essa è stata accettata dall’Italia, con gli Enti locali in prima linea.
La tutela del minore deve far fronte a tutti i casi di comportamento inadeguato da parte non solo di genitori, ma anche di parenti; assolutamente prioritario superare l’omertà che qualche volta tende a coprire comportamenti inadeguati di familiari.
Ha poi citato alcune leggi in materia:
la 151/75 che afferma che non c’è discriminazione tra figli legittimi e naturali
la 184/83 sull’adozione e affidamento che consente di affidare ad altra coppia il minore di una famiglia in difficoltà
la 54/06 che delibera sulle decisioni che devono essere prese da entrambi i genitori
la 219/12 che autorizza l’ascolto del minore e i diritti dei nonni.
Ha poi illustrato la 448/88 che ribadisce che non si può perseguire un minore di 14 anni; sui giovani dai 14 ai 18 anni sostituisce alla pena un intervento rieducativo (ad esempio, servizio in favore di disabili).
E’ entrata poi in esemplificazioni pratiche avvenute nella realtà.
Sintetizzeremo affermando che spesso una comprensione umana verso persone in grave difficoltà può portare a risultati positivi molto rilevanti ed a risolvere problematiche che apparivano come insanabili.
Dr.ssa Laura Leandri (psicologa, psicoterapeuta, medriatrice familiare)
Ha specificato che la tutela dei minori non può essere scissa dal contesto familiare ed in generale dal contesto di vita; ai servizi sociali spetta spesso il compito di indagare sui fatti avvenuti che hanno portato a situazioni conflittuali.
Essi hanno il dovere di aiutare le famiglie e l’aiuto che deve essere fornito spesso non è solo economico, ma più spesso emotivo, affettivo e relazionale.
I livelli di approccio sono articolati in una prima fase conoscitiva, cui segue una fase di indagine seguita dalla fase propositiva; c’è poi un lavoro sulla multiproblematicità seguito da un lavoro di rete tendente a risolvere la situazione.
La principale competenza genitoriale è quella di saper interagire col figlio; l’idoneità genitoriale consiste nel comprendere le necessità dei figli.
Ha poi illustrato i criteri di valutazione delle capacità genitoriali: il parenting e le 8 funzioni genitoriali (protettiva, affettiva, regolativa, normativa, preditiva, significante, rappresentativa e triadica).
Sono condizioni di pregiudizio: il maltrattamento fisico, l’abuso sessuale, la psiocopatologia e violenza, la patologia psichiatrica, la tossicodipendenza, l’alcolismo e la violenza assistita.
Anch’essa ha parlato con esemplificazioni pratiche di vita vissuta facendo riferimento ad un caso in cui un bambino, attraverso un disegno apparentemente riferito ad una fiaba, ha fatto trapelare un caso di violenza subita da un familiare; in tali casi necessita un intervento urgente volto all’allontanamento del minore.
Per individuare casi di particolare gravità molto importanti sono le interviste coi genitori, coi bambini e coi vicini o testimoni in genere.
Ha poi preso la parola Elisa Peppucci Avvocato, esperta di Diritto di Famiglia.
Ha spiegato come situazioni di varia natura portano il Tribunale dei Minori a dover incidere sulla potestà genitoriale.
Fino agli anno 70’ ogni decisione era demandata al genitore; successivamente è subentrata una normativa che ha previsto di poter consultare anche il minore.
Nel 2013 è stata introdotta la responsabilità genitoriale; di fronte a carenze il Tribunale interviene in modo preventivo di fronte a pregiudizi con:
SOSPENSIONE
DECADENZA
La sospensione prevede la speranza di reinserimento nella famiglia; nel frattempo viene nominato un TUTORE, estratto dalla lista in possesso di ogni Comune di persone che hanno seguito un corso specifico e specialistico. Il tutore va ad affiancare il minore sostituendosi ai genitori nell’educazione, cura , mantenimento , vigilanza sulla salute di fronte all’inadeguatezza dei genitori.
Ha portato alcuni esempi di interventi, da quelli su bimbi di pochi mesi, figli di tossicodipendenti e bisognosi di supporti molto urgenti in quanto essi stessi soggetti a crisi di astinenza, fino ad arrivare a cosi di ragazzi di 15/16 anni scappati di casa a causa di provate violenze subite dai genitori.
Accanto a quella del tutore esiste la figura del CURATORE SPECIALE, nominato sempre dalle liste comunali, previa frequenza a corso di formazione; serve in situazioni di grande conflitto tra genitori e figli ed ha il compito di ascoltare e dialogare per quanto possibile col minore.
E’ seguito l’intervento di Loretta Rapporti, docente referente BES (bisogni educativi speciali presso USR di Perugia)
Ha sottolineato che l’insegnante non sempre può intervenire sotto l’aspetto educativo; è indispensabile che a certi bambini vengano posti dei limiti nel comportamento; serve molto il dialogo, che può aiutare a crescere ed a fare scelte di vita appropriate.
Se in famiglia non ci sono adulti in grado di educare il minore, deve farlo la comunità.
E’ importante trovare qualcuno che parli con il minore per il suo bene; l’interlocutore deve porsi in posizione di ascolto e non di giudizio.
Qualcuno lamenta la mancanza di tempo, ma il tempo deve essere trovato.
A titolo di esemplificazione ha citato il caso di un intervento educativo su una minore che aveva offeso un disabile.